L’orto sul balcone d’inverno. Progetto Easy Three - Coltivare l'orto

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L’orto sul balcone d’inverno. Progetto Easy Three

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L’orto sul balcone d’inverno. Progetto Easy Three

L’autunno non è il periodo migliore per iniziare la coltivazione di un  orto, dal momento che la maggior parte degli ortaggi si semina o trapianta in primavera. Tuttavia ci sono molti aspetti favorevoli nell’iniziare in ottobre o novembre. Quelli che rendono particolarmente vantaggioso fare l’orto in questa stagione possono essere ricondotti essenzialmente ad un solo concetto: gli ortaggi invernali sono più facili da coltivare.
Questo post è stato scritto per chi desidera intraprendere la nobile e antica arte della coltivazione dell’orto, e per chi già lo fa ma aveva sempre ritenuto l’autunno-inverno un periodo morto, da dedicare al riposo della terra.
Propongo qui, passo a passo, la realizzazione di un piccolissimo orto sul balcone, quindi un orto in vaso che darà certamente notevoli soddisfazioni a chi vorrà cimentarsi nella sua realizzazione, non tanto per le quantità prodotte nei tre metri quadrati complessivamente coltivati, quanto piuttosto nel vedere come dalle proprie mani e dal proprio impegno possono scaturire doni meravigliosi per la gioia dello spirito e anche della tavola


Progetto/piantina dell'orto

Il balcone
Anzitutto serve un balcone o terrazzo non esposto a nord: la migliore esposizione è quella con affaccio a sud, che garantisce luce solare diretta per la maggior parte del giorno. Sono utili anche le esposizioni a sud-est o sud-ovest, a patto che l’illuminazione diretta del sole sia presente  mezza giornata almeno.  Senza queste condizioni di illuminazione è sconsigliabile iniziare la coltivazione di qualsiasi ortaggio, salvo forse il prezzemolo. Naturalmente il problema non si pone per le terrazze che normalmente sono aperte da tre lati almeno: per quelle situate a nord di un muro, occorre considerare persi i primi due o tre metri antistanti il muro stesso. Una osservazione sperimentale consentirà di verificare quale zona viene illuminata almeno cinque ore al giorno d’inverno, e otto d’estate.






Piano colturale dell'orto

I vasi
Per l’orto Easy three propongo di utilizzare cinque vasi rettangolari delle dimensioni minime di 35x70 cm, e ottimali di 40x100 cm. Questi vasi sono indicati nello schema con le sigle da V1 a V5.
Sempre nello schema ci sono altri cinque vasi rotondi o quadrati, dei quali quattro (P1, P2, F1, F2) avranno un diametro o lato di 40 cm e uno (A) di 20 cm.
L’altezza dei vasi è quella standard proporzionata alle loro dimensioni.
I vasi rettangolari sono sostituibili ciascuno con due, quadrati o tondi, del diametro di 45-50 cm, oppure con tre di 30-35 cm.
Tutti i vasi dovranno essere dotati di sottovasi per evitare che l’acqua di irrigazione ricada sui balconi sottostanti. Dalla primavera versate ogni settimana nei sottovasi della varechina o candeggina poco diluita, o prodotti simili, per evitare che le zanzare depongano le uova nei sottovasi e per eliminare quelle già deposte.


FIGURA 3. Cicoria catalogna, piantine pronte al trapianto e pianta  in crescita

La terra di riempimento
I vasi possono essere riempiti con una miscela composta da terra normale, terriccio da giardino ed elementi fertilizzanti. Se i vasi erano già utilizzati svuotateli fino a una profondità di 20-25 cm, e utilizzate questa stessa terra per la miscela che andrà preparata in questo modo:
- terra normale di qualunque provenienza o terra di risulta dei vasi: 70-75%;
- terriccio da giardino: 25-30%. (oppure, se la vostra attività è già avviata, sostituite il terriccio da giardino con l’ottimo compost che voi stessi avrete preparato l’anno precedente)
Se la terra utilizzata è molto argillosa, aumentate la quantità di terriccio da giardino o compost,  in modo da rendere l’impasto più lavorabile e permeabile alle radici.
A questo impasto di base è consigliabile aggiungere degli elementi fertilizzanti tra cui saranno molto utili:
- stallatico pellettato ecologico, 1 kg  per i vasi grandi, in proporzione ridotta per quelli piccoli;
- cenere di legna (dal caminetto o dalla stufa);  se ne disponete, due bicchieri ogni vaso.
- fondi di caffè, gusci di uova.
La cenere la potreste chiedere anche a qualche pizzeria, se siete clienti. Lo stallatico pellettato biologico non è facilmente reperibile in tutti i garden center, per vari motivi. Per la verità non è indispensabile usarlo ma è veramente miracoloso se interrato al momento della preparazione del terreno. Si tratta di letame animale  lavorato industrialmente, che sostituisce il letame naturale usato nei campi.
Una volta preparata le miscela potete riempire i vasi. Se la terra è sciolta e sabbiosa, riempiteli fino all’orlo senza pressare la terra (fig. 4A). Innaffiate abbondantemente due volte al giorno per un paio di giorni, per consentire che la terra si assesti naturalmente fino a scendere circa 3 cm al di sotto del bordo del vaso (fig. 4B). Se invece la terra è di impasto più argilloso o limoso, pressate in modo leggero manualmente e innaffiate una sola volta due giorni prima  dell’utilizzo del vaso, per evitare ristagni che verrebbero assorbiti con difficoltà.  


FIGURA 4

La semina
La semina è una pratica in base alla quale si mette il seme nel terreno, per ottenere la piantina.  Per molti ortaggi la semina non viene fatta direttamente nel luogo ove la pianta dovrà crescere, bensì in un piccolo vivaio a parte. Ci sono due tecniche: con la prima, più antica, si spargono i semi in un contenitore comune, dove crescono tutti assieme. Al momento del trapianto si estirperanno delicatamente le piantine migliori che verranno trasferite nelle aiuole dell’orto. Estirpando le piantine, le radici perdono la maggior parte della terra in cui sono immerse, per cui il trapianto viene detto “trapianto a radice nuda”. Specialmente l’estate questa tecnica ha una grossa percentuale di insuccessi, cioè le piantine che non riescono a superare il trauma del trapianto possono essere anche il 30%.
La seconda tecnica consiste nel deporre i semi in vasetti singoli, come è possibile vedere nella figura 5 che illustra la semina della lattuga.  La fig. 5A mostra alcuni contenitori che possono essere utilizzati, tra cui vedete anche i bicchierini da caffè, usati comunemente da molti hobbysti.  I bicchierini vengono riempiti di terriccio ben pressato fino a 1 cm circa dal bordo, e qui si depongono i semi. Trattandosi di semi piccoli se ne impiega un buon pizzico (fig. 5B).
Si coprono i semi con uno strato di un paio di millimetri di terriccio e si pressa ancora, poi si innaffia molto bene utilizzando però un nebulizzatore o uno spruzzatore a getto finissimo, per evitare che i semi vengano scalzati o spostati dalla loro posizione. Si può utilizzare anche uno spruzzatore di quelli che normalmente contengono prodotti di pulizia casalinga, ben lavato e riempito d’acqua. (fig. 5C).
Quando le piantine sono alte circa 1 cm si effettua il diradamento, cioè si lascia solo la migliore che così potrà svilupparsi fino ad essere pronta al trapianto (fig. 5D). Il trapianto si fa estraendo la piantina dal vasetto con tutta la piccola zolla e trasferendola con le radici intatte in terra.
Questa tecnica si chiama “trapianto con pane di terra”. La sua percentuale di successo è praticamente del 100%.  Questa tecnica è vivamente consigliata a chiunque coltivi un orto, tanto più se è piccolo.


FIGURA 5
Il trapianto
Il trapianto delle piantine dunque è la messa a dimora di piantine cresciute altrove. Si usa seminare le piantine in vivaio, spesso riscaldato, per metterle in terra appena le condizioni climatiche esterne lo consentono. Se la pianta è cresciuta in vivaio per 30 o 40 giorni, il vantaggio consiste nell’avere i prodotti un tempo analogo prima di quanto avverrebbe se la si seminasse in terra. Quindi la preparazione in vivaio riscaldato delle piantine si usa per le coltivazioni precoci. I peperoni si seminano già da dicembre, i pomodori da gennaio. Le piantine però vengono prodotte in ogni periodo, perché molti piccoli coltivatori preferiscono acquistare le piantine già pronte anche per la produzione ordinaria oltre che per quella precoce.


FIGURA 6.  Bieta a coste, piantine pronte al trapianto e piante  in crescita

Semina diretta in terra
Per alcuni ortaggi non vi sono vantaggi particolari nel seminarli preventivamente in vivaio, quindi li si semina direttamente in terra. Questi sono le patate, le carote, le fave, i piselli, i fagioli, e altri.


FIGURA 7. Prodotti dell'orto estivo. Anche l'orto invernale offre una vasta gamma di ortaggi.
Seminare o trapiantare nell’orto Easy three?
Il nostro orto si trova nella condizione particolare di venire avviato in novembre o dicembre, mesi nei quali molte semine non sono più possibili specialmente nelle zone interne e alpine della penisola.  Molti degli ortaggi proposti nel piano produttivo si potevano seminare al massimo fino alla metà di ottobre, per cui l’unica operazione possibile ora è quella del trapianto. Ovviamente, non abbiamo provveduto a fare le semine in precedenza, però altri possono averlo fatto per noi.
Molte delle piante indicate possiamo procurarcele già pronte al trapianto acquistandole presso i garden center, o le bancarelle spesso presenti nei mercati settimanali.  Qui ci si potrà approvvigionare di piantine di scarola, cicoria rossa e cicoria catalogna, cavolfiori e cavoli cappucci, cipolle e finocchi. Per altri ortaggi invece praticheremo la semina diretta in terra: questi sono le fave ed i piselli.


FIGURA 8. Piantine acquistate pronte al trapianto

Semine e trapianti vaso per vaso.
VASO V1
Per quanto detto in precedenza, quando parliamo di trapianto ci riferiamo a piantine acquistate già cresciute, non a piantine seminate da noi. Potremo provvedere a ciò nella prossima stagione.
Le fave tollerano anche le posizioni non ottimamente soleggiate, quindi le ho sistemate nella zona meno esposta dell’orto.  Scavate una trincea profonda circa 10 cm e lunga quanto tutto il vaso nel lato a muro (fig. 4C). Disponete i semi in una fila ininterrotta, uno ogni  2,5-3 cm (fig. 4D). Procuratevi delle belle piantine di scarola (fig. 4E). Praticate tre fori a distanza costante sul lato interno del vaso, profondi poco più del  pane di terra delle piantine (fig. 4F).  le piantine vanno interrate esattamente al colletto, senza sprofondarlo ed evitando di lasciarlo sporgere. Rincalzate leggermente la terra attorno alla piantina lasciando una piccola conca per l’innaffiatura.  Il vaso dovrà presentarsi come nella fig. 4G. Coprite le fave  e innaffiate il tutto.
I semi delle fave possono essere messi a bagno in acqua a temperatura ambiente 24-36  ore prima della semina per accelerare la germinazione.


FIGURA 9. Dotate ogni semina di un cartellino segnalatore

Vaso V2
Stessa tecnica adottata per la semina del vaso precedente. Per favorire la germinazione dei piselli metteteli in frigorifero nello scomparto delle verdure per una giornata, e poi in acqua come detto per le fave.  Nella parte interna del vaso sistemate 4 piante di radicchio rosso a cespo (per esempio Rosso di Verona) , oppure cinque di radicchio rosso a foglia lunga (per esempio Rosso di Treviso).
Quando comperate le piantine di cicoria rossa queste non sono affatto rosse bensì verdi. Diventano rosse ed accestiscono solo dopo qualche mese, e questo processo è favorito dal freddo.
Una ulteriore cura per il radicchio di Treviso consiste nell’estrarre dal terreno le radici quando le foglie sono alte circa 15 cm. Queste foglie vanno completamente eliminate e le radici così spogliate vanno messe in posizione verticale in una cassetta, accostate l’una all’altra e ricoperte di terra, e vanno tenute al buio. In breve emetteranno delle nuove foglie tenere e croccanti con le coste bianchissime e le lamine fogliari di un bel rosso vivo.  


FIGURA 10. Menta piperita
Vaso V3
Nel lato esterno del vaso disponete cinque piantine di cicoria catalogna, e sul lato interno delle piantine di finocchi e cipolle alternati. Il vaso ultimato apparirà come nella fig. 11.
Per le cipolle scegliere le varietà dette “a giorno corto”, cioè invernali, che si consumano fresche. Quelle da conservare si seminano in primavera con raccolta in luglio-agosto.


FIGURA 11
Vaso V4  
Sul lato esterno sistemate due piantine di cavolfiore scegliendo una varietà medio-precoce dal momento che ormai è tardi per la messa a dimora dei cosiddetti precoci natalini. Sul lato interno sistemate ancora finocchi e cipolle come per il vaso V3.
Vaso V5
Sul lato esterno sistemate due piante di cavolo cappuccio o cavolo verza, sul lato interno invece cinque piante di Cime di rapa (in alcune zone d’Italia sono dette broccoletti): è un ortaggio molto saporito, specialmente se ripassato in padella, anche con salsicce. Se avete difficoltà a procurarvi le cime di rapa sostituitele con altri ortaggi a foglia come quelli già indicati.


FIGURA 12. Il cavolfiore verde
Vasi F1 e F2
Possono essere anche due ciotoloni, nei quali sistemeremo tre piante di fragole rifiorenti ciascuno. Questo è il momento più adatto per trapiantare le piantine, che in questo modo produrranno ottime fragole a partire dall’aprile dell’anno prossimo. Generalmente le fragole non si seminano mai, ma si utilizzano le piantine già formate. Queste occuperanno in permanenza i vasi e resteranno produttive per tre anni almeno. La presenza delle fragole nell’orto vi aiuterà a coinvolgere anche i bambini nella coltivazione. In primavera fate attenzione agli uccelli che vi contenderanno tenacemente il raccolto. Proteggete i vasi con una rete sottile a maglie medie o con altri espedienti per tenere lontani gli uccelli. Una rete anti-uccelli è venduta nei garden center.


FIGURA 13. Fragole, piantine pronte al trapianto e pianta  in crescita
Vasi P1 e P2
Il vaso P1 ospiterà in maniera permanente un pianta di rosmarino, che potete acquistare già cresciuta. Non è necessario che sia molto grande, è sufficiente una piantina alta 15 cm circa. Non chiedetevi se è il momento giusto per trapiantarla nell’orto: togliendola dal vaso con attenzione in modo da conservare integro il pane di terra, la pianta può essere trapiantata in qualsiasi epoca dell’anno. Peraltro, diciamo che questo è proprio il momento giusto. Per alcuni mesi vi sembrerà che la pianta vegeti nell’immobilità perché non darà nessun segno di crescita, ma al sopraggiungere della prossima primavera la vedrete esplodere in tutto il suo splendore.
Stessa cosa si può dire per il vaso P2, dove potrete sistemare una pianta di salvia officinale da cucina. Se amate il timo potete sistemarne una piantina a 5 cm dal bordo del vaso P1, ai piedi del rosmarino: il timo tenderà a scendere lungo il bordo esterno del vaso, senza intralciare la pianta principale, con un notevole effetto decorativo.


FIGURA 14. Salvia
Vaso A
Questo vaso più piccolo sarebbe destinato ad ospitare il basilico, che però non vive all’esterno in questo periodo, salvo che abitiate in Sicilia: la sua sistemazione nel vaso sarà possibile a partire dal mese di aprile (marzo al sud). Da oggi a quel momento potrete utilizzare il vaso A per sistemare una pianta di insalata.
C’è un altro ortaggio che non dovrebbe mancare in un orto, cioè il prezzemolo. Stringendo un po’ potreste sistemare un altro vaso A, nel quale trapiantare fin da ora due o tre piantine di prezzemolo fine o gigante Napoletano


FIGURA 15. Lattuga

Elemento decorativo (ED)
La coltivazione dell’orto deve essere sempre una gioia per il palato ma anche per l’anima, quindi per l’occhio che ne è lo specchio. Sarà gratificante aggiungere al vostro orto, per quanto piccolo, un elemento decorativo che lo impreziosisca e lo renda più invidiabile dagli eventuali osservatori. Questo elemento può essere di qualsiasi tipo: per esempio, una di quelle fontane antichizzate tanto in voga, oppure una colonnina su cui disporre un amorino, un puffo, uno gnomo da giardino, o quant’altro soddisfa il vostro senso estetico. Nella foto 16 potete vedere un esempio, nel quale ho utilizzato un vaso caratteristico. Sostituitelo con qualunque altra cosa vi piaccia.


FIGURA 16. Elemento decorativo

Le cure
Come dicevamo all’inizio l’orto invernale è facile anche perché richiede poche cure. Nessuna pianta ha bisogno di essere potata o cimata, salvo le fave. L’irrigazione può essere poco frequente, e la concimazione di superficie inesistente almeno fino al mese di marzo, quando le piantine ancora presenti, con la distribuzione di un po’ di fertilizzante granulare comune per orto, potranno fornire un exploit produttivo finale notevole. Un po’ di attenzione andrà dedicata alla estirpazione di eventuali erbe infestanti che non mancheranno mai.
Le fave e i piselli avranno bisogno di sostegni. Le fave possono crescere molto ma lo stelo è fragile, rischiano di essere abbattute dal vento. Se alla parete avete applicato uno di quei tralicci a losanghe pieghevoli potrete fissarle a quelli, altrimenti potrete infiggere nel terreno dei tutori, cioè dei bastoni (magari delle canne) a cui assicurare le piante con legature a nastro Si usa la rafia anche sintetica, ma va bene qualunque articolo atto a legare escludendo possibilmente lo spago fino. Quando le fave avranno raggiunto circa 150-170 cm di altezza e sviluppato una buona fioritura,  tagliate le cime in modo che la pianta si dedichi alla crescita dei baccelli originati dai fiori già emessi. Far crescere la pianta più in alto impedirà lo sviluppo di baccelli normali, e attirerà stuoli di afidi che amano fissarsi sulle cime delle fave.
I piselli semirapicanti (detti anche mezzarama) raggiungono un’altezza di 150-170 cm ed emettono dei virgulti attraverso i quali si fissano ai sostegni presenti. Nei primi tempi accostateli manualmente a questi sostegni perché le piantine tenderanno a buttarsi verso l’esterno, cioè verso il sole. Normalmente i piselli non si cimano.   


FIGURA 17. Indivia riccia in vaso
Malattie e parassiti
Le tipiche malattie dell’orto (oidio e peronospora) si manifestano generalmente nei periodi più caldi.
Oidio
L’oidio è una muffa biancastra che invade le foglie e causa marciume dei frutti e morte della pianta. Nel nostro orto potrebbero essere colpiti con più probabilità la cicoria catalogna e la salvia, tanto più quanto l’esposizione è meno soleggiata. Le spore dell’oidio, che è un fungo, vengono veicolate dal vento. Si combatte spruzzando sulle piantine un prodotto detto zolfo bagnabile, che, oltre ad essere ecologico, ha la proprietà di venire eliminato con un semplice lavaggio in quanto non penetra nei tessuti della pianta. Usarlo solo se necessario (può bastare una sola applicazione) seguendo le indicazioni riportate sulla confezione.
Peronospora
La peronospora è una malattia più primaverile, genera macchie nere e rugginose sulle foglie delle piante. Si combatte con irrorazioni di rame. Contro le due malattie (oidio e peronospora) si può usare lo zolfo ramato, che è ugualmente consentito in agricoltura biologica ma prevede un tempo di astensione dalla raccolta di sette-dieci giorni dal suo impiego. Seguire le indicazioni apposte sulla confezione.
Anche i parassiti arrecano più danni nel periodo caldo, ma le lumache sono più presenti nell’autunno.  Tutti possono essere combattuti in vari modi che non richiedono l’uso di pesticidi chimici.
Lumache.
Tendono ad agire di notte, di giorno si nascondono: spesso potete trovarle sotto i bordi ripiegati dei vasi o sotto gli accumuli di foglie secche. Spargete cenere o sabbia asciutta attorno ai vasi, è una barriera che non riescono a superare. Interrate un contenitore a forma di bicchiere con qualche centimetro di birra sul fondo, è una trappola molto efficace perché sono ghiotte di birra ma poi non riescono a risalire i bordi del contenitore. Quando ci riuscite eliminatele a mano, che è il metodo più efficace.
Insetti della terra.
Alcuni insetti si rifugiano nella terra di giorno, e di notte escono per aggredire le verdure, specialmente le insalate. Grattate via circa 2 cm di terra attorno alle piante su cui riscontrate attacchi (piccoli buchi sulle foglie)  perché sia gli insetti che le loro uova si rifugiano lì. Sterilizzate la terra chiudendola in un sacchetto di plastica e lasciandola esposta quanto più possibile al sole, in modo da formare un forno naturale.
Afidi.
Gli afidi potranno invadere le vostre fave  ai primi calori primaverili. Si manifestano come puntini neri o grigi. Spruzzate le piante, specialmente le punte, con un macerato di ortica o con un infuso di aglio. Il macerato si prepara lasciando a bagno 50 grammi di ortica per un paio di giorni in due litri d’acqua, dopodiché si filtra e si spruzza sulla piante, quante volte si vuole. L’infuso si prepara versando un litro di acqua bollente su due spicchi di aglio battuto, e lasciando raffreddare, dopodiché può essere subito utilizzato. Sia il macerato che l’infuso saranno più efficaci se aggiungete un cucchiaino di detersivo liquido da cucina o scaglie di sapone di marsiglia.


FIGURA 18. Sedano in vasi di fortuna
Protezione dalle intemperie
In molte zone d’Italia il periodo invernale può essere particolarmente rigido. Le piantine del nostro orto sono tutte capaci di resistere alle basse temperature dell’inverno, anche quasi fino allo zero se si verifica una sola volta. Quando però le temperature tendono a scendere verso  lo zero mantenendosi tali per più giorni le piantine non sopravvivono se non vengono protette in modo adeguato. Normalmente i balconi sono più protetti dal freddo e dalle gelate mattutine, mentre i terrazzi non  coperti ne soffrono molto.
Come protezione, nei periodi di freddo intenso è possibile stendere un telo di tessuto-non tessuto (lo trovate nei garden center) sulle piantine.
Per i vasi rettangolari potete predisporre degli archetti di fil di ferro da 3-4 mm ripiegati a cupola ed infissi nella terra a due cm dai bordi. Mettetene almeno quattro per vaso. Su questi archetti stendete un telo di plastica trasparente, riempiendo di terra ben rincalzata gli spazi tra il telo e i bordi del vaso per garantire stabilità. Nei giorni caldi aprite un lato per arieggiare.
Per riparare le piantine dal vento potete fissare al lato esposto all’affaccio, se è fatto di ringhiera metallica come dovrebbe essere, della rete molto fine anche in doppio strato.


FIGURA 19. Gli ortaggi si possono proteggere con delle copertura di fortuna. Sul balcone si può usare del telo di tessuto non tessuto
Per finire
Per finire una piccola nota filosofica: in tutte le attività umane l’esperienza è data dalla somma di tanti piccoli tentativi non riusciti. La ben nota Legge di Murphy afferma che se qualcosa potrebbe andare storto, sicuramente andrà storto: noi però non vogliamo essere così categorici. Fare l’orto comporta tantissime piccole abilità diverse, e qualcosa potrebbe anche non riuscire la prima volta. In questo guardiamo sempre l’aspetto positivo: abbiamo fatto esperienza di come quella determinata azione non va svolta, la prossima volta riusciremo sicuramente a fare meglio. Buon orto a tutti!


FIGURA 20. Cime di rapa coltivate in vaso
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